Come ogni anno, da qualche settimana nel parco Media Valle del Lambro, sulla collina che divide Sesto San Giovanni da San Maurizio, si sta verificando una copiosa moria di conigli. Ad ucciderli è una malattia virale, la mixomatosi, che colpisce le colonie di conigli selvatici.
La patologia è sostenuta da un virus (Mixomavirus, appartenente al gruppo dei Poxvirus) che sopravvive a lungo sulla cute degli animali infetti a temperatura ambiente, è resistente ad agenti chimici, ma viene distrutto in pochi
minuti alla temperatura di 55° C.
La trasmissione avviene per via diretta, ovvero attraverso il contatto tra animali infetti e sani o per via indiretta tramite
assunzione di alimenti inquinati da materiali infetti, attraverso la puntura di insetti, quali zanzare o pulci.
La malattia colpisce il coniglio domestico e selvatico, mentre la lepre può manifestare solo forme lievi o inapparenti.
Penetrato nell’organismo, il virus si localizza nel tessuto connettivo sottocutaneo o intradermico, attivando in queste
sedi una risposta immunitaria che porta alla comparsa di nodosità o tumefazioni, molto evidenti sulla testa, il dorso e le aree genitali. In seguito il virus passa nel circolo sanguigno e si diffonde in tutto l’organismo, ma soprattutto nella milza, nei linfonodi e negli organi genitali.
L’incubazione della malattia può variare tra i 2 e i 20 giorni. Si possono quindi verificare le seguenti forme cliniche:
– FORMA IPERACUTA, con morte del soggetto in pochissimi giorni;
– FORMA ACUTA: decorre per 4-10 giorni, ed esita nel decesso dopo la comparsa dei sintomi tipici della malattia;
– FORMA SUBACUTA o CRONICA: i sintomi sono meno caratteristici, e la morte subentra dopo 15 – 20 giorni.
Per una diagnosi precoce della malattia occorre fare attenzione alla comparsa di congiuntivite, associata a tumefazione (edema) delle palpebre. Rapidamente la congiuntivite peggiora, con scolo oculare lattiginoso; dopo 24-48 ore il coniglio può non essere più in grado di aprire gli occhi, si presenta indebolito, inappetente, con temperatura febbrile (fino a 42°C).
Dopo 48 ore dai primi sintomi, se non sopraggiunge il decesso, l’animale diviene sempre più apatico, presenta mantello opaco, palpebre, naso, labbra e orecchie diventano edematosi (tumefatti).
Possono inoltre comparire rinite con starnuti e scolo nasale, abbassamento dei padiglioni auricolari, piccoli noduli sottocutanei delle dimensioni di 1-2 cm, difficoltà respiratorie e sintomatologia di tipo neurologico.
La mortalità arriva a sfiorare il 100% degli animali colpiti.
La mixomatosi si manifesta tipicamente durante i mesi in cui le zanzare sono in attività (estate – autunno).
Esistono altre malattie del coniglio, che devono essere differenziate dalla mixomatosi, come ad esempio la pastorellosi (che si manifesta con sintomi prevalentemente di tipo respiratorio) o la malattie emorragica virale, che porta a morte l’animale in tempi rapidissimi, e va differenziata dalle forme iperacute di mixomatosi.
L’unico modo per proteggere i conigli consiste nel tenerli adeguatamente vaccinati, ma può rivelarsi molto utile anche la lotta agli insetti vettori (mosche e zanzare soprattutto) con repellenti e zanzariere.
NORME DI POLIZIA VETERINARIA
In caso di comparsa della malattia il Servizio di Sanità Animale della ASL emana una ordinanza di ZONA INFETTA DA
MIXOMATOSI DEL CONIGLIO; a seguito di questa ordinanza vengono apposte tabelle che segnalano la presenza della malattia, ai confini della zona infetta. All’interno di detta zona è fatto divieto di INTRODURRE CONIGLI, ma anche di RIMUOVERE ed ALLONTANARE conigli deceduti. E’ buona norma segnalare ai Servizi Veterinari della ASL l’eventuale rinvenimento di spoglie di conigli all’interno delle zone infette, per il successivo recupero da parte di personale attrezzato.
Nei conigli deceduti il virus permane vitale a lungo; le spoglie dovranno perciò essere raccolti indossando guanti monouso, per precauzione igienica, ma anche per limitare il rischio di veicolare il virus al di fuori della zona infetta. Gli allevamenti nei quali si è manifestata la malattia vengono posti sotto sequestro.
Nel caso di manifestazione della malattia tra i conigli selvatici, viene emessa ordinanza di ZONA DI PROTEZIONE, all’interno della quale valgono in pratica gli stessi divieti previsti per le zone infette. L’ordinanza di zona di protezione viene revocata dopo che sono trascorsi 6 mesi dall’ultimo caso di malattia.
La mixomatosi non si trasmette all’uomo e ad altre specie animali né direttamente né consumando carni di
coniglio.