Anche quest’anno la Clinica rimane aperta per tutto il periodo estivo con i consueti orari:
Da lunedì a sabato dalle 9.00 alle 20.00.
Chiusi la domenica.
Sempre richiesto l’appuntamento salvo emergenze.
Buone vacanze!!
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Come comportarsi di fronte a un animale abbandonato o maltrattato? Qual è il modo più corretto per intervenire e aiutarlo?
Si stima che ogni anno in Italia siano abbandonati una media di 80.000 gatti e 50.000 cani, più dell’80% dei quali rischia di morire in incidenti, di stenti o a causa di maltrattamenti.
L’abbandono è un reato punito con l’arresto fino a un anno o con una multa fino a 10.000 euro.
Durante l’estate il fenomeno dell’abbandono degli animali raggiunge il suo picco, bisogna però rassegnarsi al fatto che purtroppo gli abbandoni non si verificano solo tra giugno e settembre, ma durante tutto l’anno.
Non è quindi così improbabile che possa capitare di essere testimone di un abbandono, o di trovare sul ciglio di una strada un cane legato col guinzaglio o di un animale ferito o in difficoltà. Come comportarsi? Il primo soccorso è fondamentale per l’incolumità dell’animale.
Bisogna poi attivarsi, senza trasgredire nessuna legge, e sapere quale associazione o Corpo di Polizia contattare per intervenire tempestivamente.
Se dovessimo trovare un animale abbandonato, la prima cosa da fare è contattare la Polizia Municipale del Comune competente; l’intervento potrà essere diretto, oppure ad opera della Asl veterinaria di zona o del volontariato animalista: la Legge n.281 del 1991, infatti, obbliga i Comuni a intervenire e vieta che l’animale possa essere soppresso. Se si trattasse di un animale domestico che si è smarrito, allora sarà possibile contattare il padrone tramite il microchip.
In caso dovessi avvistare qualcuno scaricare un animale dalla propria auto, cerca di annotarti subito il numero di targa e denuncia il fatto! Puoi telefonare a un’associazione animalista, che non mancherà nell’aiutarti e spiegarti come procedere nell’atto di denuncia. Il maltrattamento, e quindi anche l’abbandono, degli animali è un reato penale. La segnalazione può essere fatta anche all’ENPA (www.enpa.it), l’Ente Nazionale Protezione Animali, che potrà costituirsi parte civile (Tel. 06 3242873).
Secondo il nuovo Codice della Strada (Art. 189), gli animali investiti devono essere soccorsi obbligatoriamente. Se ti trovi in autostrada, prendi nota del numero riportato sul primo cartello chilometrico che incontri e raggiungi la prima Area Servizio sulla strada. Da qui sarà possibile contattare la Polizia Stradale, la Polizia di Stato (113), il Pronto Soccorso (118), i Carabinieri (112), la Guardia di Finanza (117) o anche il Corpo Forestale (1515).
In caso dovessimo imbatterci in un animale selvatico in difficoltà, l’ideale è contattare un CRAS (Centri di Recupero per Animali Selvatici www.recuperoselvatici.it), con cui bisognerebbe mettersi in contatto.
Altri contatti utili in caso di ritrovamenti di animali abbandonati o in difficoltà:
Corpo Forestale 1515
LIPU Lega Italiana Protezione Uccelli 0521 273043
WWF (Sede Nazionale di Roma 06 844 971, Sede Nazionale di Milano 02 831 332 28)
A.R.F. Associazione Recupero Fauna
Mondo Carota (Specializzati in conigli) https://www.mondocarota.it/contatti/
Tutela Pipistrelli (Specializzati in pipistrelli) https://www.tutelapipistrelli.it/contatti/
Tartamondo (Specializzati in tartarughe) http://tartamondo.it/index.php/contatti-2/
Milanonatura https://www.milanonatura.it/hai-trovato-un-riccio
Sosricci http://www.sosricci.it/cosafare.html
Quando avvistiamo un animale in una situazione di pericolo, sul ciglio di una strada o in un altro luogo pericoloso, è importante subito metterlo al sicuro, senza rischiare noi stessi, dopo di che si potrà capire se sono necessarie le prime cure (riscaldarlo, alimentarlo o abbeverarlo).
Non giriamoci dall’altra parte ed il mondo potrà essere migliore.
⚠️ ⚠️ ATTENZIONE ⚠️ ⚠️
La clinica San Maurizio, rispettando il Dpcm 11 marzo 2020, effettua SOLO PRESTAZIONI DI COMPROVATA URGENZA fino a data da destinarsi.
⚠️ E’ NECESSARIO CHIAMARE SEMPRE PRIMA DI VENIRE IN VISITA! ⚠️
Fatelo per Voi, fatelo per Loro, fatelo per noi: state al sicuro 💕
Dal primo gennaio, in base alla Legge di Bilancio 2020, sono entrate in vigore le nuove norme fiscali per le detrazioni delle spese veterinarie.
Da quest’anno, il tetto di spesa veterinaria sale a 500 euro (precedentemente 387,34 euro).
Tenendo conto dell’abbattimento della franchigia (129,11 euro), il beneficio fiscale effettivo (sotto forma di riduzione dell’Irpef dovuta dal proprietario) sarà di 70 euro contro i 49 consentiti fino ad ora.
Nel tetto dei 500 euro ammessi alla detrazione d’imposta rientrano anche le spese sostenute per l’acquisto di medicinali veterinari.
Beneficiano interamente dello sconto fiscale le persone fisiche il cui reddito complessivo, cioè il reddito al netto della prima casa, non supera i 120mila euro all’anno.
Prima della Legge di Bilancio 2020 non erano previste soglie reddituali per accedere alla detrazione di imposta.
Non essendo considerate “spese sanitarie” dal Testo Unico delle Imposte sui Redditi, le spese veterinarie rimangono a rischio per i proprietari con redditi oltre i 120mila euro. Infatti, la rimodulazione delle detrazioni fiscali (tagli o eliminazione) prevista dal disegno di legge del Governo è stata infatti confermata eccetto che per le “spese sanitarie” ovvero le spese per cure e farmaci alle persone.
Una ulteriore novità è data dalla modalità di pagamento della spesa veterinaria: la detrazione spetta a condizione che l’onere sia sostenuto con POS, versamento bancario o postale oppure mediante altri sistemi di pagamento diversi dal contante.
Sono esclusi dall’obbligo di tracciabilità gli acquisti di medicinali e di dispositivi medici, nonchè le spese sanitarie versate a strutture pubbliche o accreditate al SSN.
La Commissione Bilancio ha invece respinto l’emendamento (a prima firma della sen. Monica Cirinnà PD) che proponeva di riconoscere il beneficio fiscale della detrazione d’imposta a partire da spese veterinarie superiori a 60 euro, ma fino all’importo di 1.060 euro.
Bocciati anche gli emendamenti per ridurre l’IVA sulle cure veterinarie e sul pet food.
La detraibilità delle spese veterinarie è riconosciuta solo per gli animali da compagnia, detenuti senza finalità economica.
Non spetta quindi per le spese veterinarie sostenute per gli animali destinati all’allevamento, alla riproduzione o al consumo alimentare, per gli animali allevati o detenuti nell’esercizio di attività agricole o commerciali.
PER INFO:
Tutti noi conosciamo quanto amore ci può dare un animale domestico, ma non immaginiamo quanto possa essere speciale il rapporto con i nostri bimbi!
Moltissime ricerche scientifiche dimostrano che la convivenza con un animale in famiglia favorisce l’integrazione, la responsabilizzazione e la socializzazione nei bambini.
Il bambino relazionandosi con l’animale impara ad evitare comportamenti scorretti che allontanano il loro compagno di vita e a rispettare le sue esigenze, i suoi spazi ed i suoi ritmi.
Secondo alcuni studi gli animali sono, inoltre, un vero e proprio toccasana per la salute. I bambini possessori di un animale crescerebbero con ridotti livelli di stress e ansia.
Il rischio di allergie e malattie respiratorie sarebbe decisamente inferiore per i bambini che hanno vissuto con cani e gatti nel primo anno di vita e la presenza di un animale risulta di grande aiuto in caso di autismo con una drastica riduzione delle crisi.
E’ fondamentale insegnare ai nostri bambini che cani e gatti non sono dei giocattoli e sensibilizzarli al rispetto dell’ambiente in generale.
Occorre fare in modo che il bambino capisca fin dalla tenera età che l’animale, qualunque esso sia, è un essere vivente e come tale va rispettato: ha fame, sete, freddo e prova le nostre stesse sensazioni, quindi non lo si deve maltrattare in alcun modo.
Per fare questo è necessario utilizzare il giusto mix di dolcezza e fermezza per aiutare il piccolo a capire le conseguenze delle sue azioni verso un altro essere vivente che il più delle volte non sa difendersi.
La nostra presenza nella costruzione di questo rapporto speciale è molto importante per evitare incidenti di percorso che possono insorgere se il bambino si comporta in modo troppo irruento e potrebbe provocare una reazione anche spiacevole del suo amico.
Mai lasciare soli bambini piccoli e animali, anche se si è più che certi della docilità di questi ultimi.
A questo proposito è bene saper scegliere l’animale giusto per il nostro bambino.
La scelta della taglia e della razza è fondamentale. L’aspetto estetico no: le caratteristiche della razza del cane devono adattarsi in primis allo stile di vita della famiglia.
Per i bambini sono ideali i cani docili ed equilibrati in grado di sopportare l’irruenza, l’affetto prorompente e le urla. Meglio, poi, un cane di taglia media o grande rispetto a uno piccolo, più delicato e fragile rispetto alle manovre affettuose, ma pur sempre maldestre di un bimbo.
Il gatto è un animale indipendente, sornione, coccolone, spesso furbo e fantasioso, agile ma anche pigro: ama dormire, cacciare, appollaiarsi sul divano accanto o sulle ginocchia dei padroni, giocare e dedicarsi alla pulizia quotidiana. È comunque un ottimo compagno di giochi e un buon maestro di vita per i nostri bambini. Le razze meno altezzose e più sempliciotte (come il gatto europeo) sono più adatte alla convivenza con i bambini, perché dimostrano spesso un affetto talmente grande da essere paragonato a quello di un cane.
Il coniglio ed il criceto, invece sono animali molto delicati e, per questo, meno indicati per la convivenza con bambini piccoli.
Tra bambini ed animali domestici si instaura quindi un’amicizia profonda fatta di complicità, gioco e tenerezza e che aiuta a crescere!
UNA SPERANZA PER LA FIP!
Un nuovo articolo, da poco pubblicato sulla rivista internazionale Journal of Feline Medine and Surgery, (Pedersen et al; JFMS 2019; Vol 21: 271-281), con la partecipazione del prof. Niels Pedersen, la più eminente autorità in fatto di FIP, riaccende le speranze per i gatti affetti da questa patologia.
COS’è LA FIP?
Fip è l’acronimo di peritonite infettiva felina, un’ infezione causata da un coronavirus felino (FCoV) molto comune negli ambienti ad elevata densità di gatti (allevamenti, gattili… ).
Non tutti i gatti infetti sviluppano la FIP, lo stress (adozione, castrazione, trasferimento, soggiorno in pensione) contribuisce in maniera importante a scatenare la malattia.
La FIP è particolarmente odiosa e drammatica in quanto è molto comune nei gattini con meno di un anno di età; i gattini di razza sembrerebbero essere maggiormente colpiti.
Il virus FCoV sopravvive per circa due mesi nell’ambiente secco, ma è rapidamente inattivato da detergenti e disinfettanti.
L’infezione avviene principalmente tramite materiale fecale, è molto rara la trasmissione del virus tramite saliva o durante la gravidanza.
I gatti iniziano ad eliminare il virus entro una settimana dall’infezione e continuano ad eliminarlo per settimane o mesi, a volte per tutta la vita.
La FIP è causata da varianti del FCoV (mutanti) che si riproducono rapidamente nei macrofagi e nei monociti (cellule del sistema immunitario); la carica virale e la risposta immunitaria del gatto determinano l’eventuale comparsa della FIP.
Segni clinici di FCoV vs FIP
La maggior parte dei gatti infettati da FCoV è asintomatica o presenta moderata sintomatologia gastroenterica.
In caso di mutazione, la FIP compare, invece, con febbre altalenante, anoressia, perdita di peso, depressione del sensorio.
La FIP può poi svilupparsi in due forme:
Altri segni clinici possono essere:
Versamento addominale in FIP “umida”
Uveite in FIP “secca”
Diagnosi
AD OGGI NON SONO DISPONIBILI TEST DI CONFERMA NON INVASIVI PER LA FIP SECCA.
I reperti di laboratorio, da correlare con la sintomatologia clinica, comprendono linfopenia, anemia non rigenerativa, aumento delle proteine totali del siero, iperglobulinemia al tracciato elettroforetico, riduzione del rapporto albumina/globuline, aumento dei titoli anticorpali anti-FCoV.
Non è più disponibile l’analisi dell’ α-1 glicoproteina acida.
Da solo, un elevato titolo anticorpale anti-FCoV NON HA VALORE DIAGNOSTICO!
Il versamento indicativo di FIP “umida” mostra positività al test di Rivalta, elevato livello di proteine, ridotto rapporto albumina/globuline, presenza di neutrofili e macrofagi e positività al test FIP Virus RT-PCR (solo presso laboratori specializzati).
I test RT-PCR per il FCoV su campioni di sangue non sono utilizzabili per la diagnosi, perché non è possibile distinguere i virus mutanti che inducono la FIP dai “normali” FCoV.
Infine la presenza di cellule positive per gli antigeni del FCoV (immunofluorescenza, immunoistochimica su campioni bioptici provenienti da piogranulomi o sedimento cellulare del liquido ascitico) identificate presso laboratori specialistici conferma la FIP.
Gestione della malattia
Ad oggi la FIP ha una prognosi infausta, il trattamento di supporto ha l’obiettivo di inibire la risposta immunitaria nociva in genere con corticosteroidi.
Negli ambienti domestici in cui è deceduto un gatto con FIP, è consigliabile attendere due mesi prima di introdurre un altro gatto. Gli altri gatti dello stesso ambiente sono probabilmente portatori del FCoV.
La FIP è un problema nei gatti che vivono in gruppo (allevamenti e gattili) e viene raramente osservata nei gatti che vivono sia in casa che all’aperto.
È possibile ridurre il rischio di contaminazione mediante un’igiene rigorosa e tenendo i gatti in gruppi piccoli e ben adattati, con lettiere in numero sufficiente e frequentemente pulite o ancora con accesso all’aperto.
I gatti che eliminano il FCoV possono essere identificati mediante lo screening con test RT-PCR quantitativo delle feci, sebbene siano necessari diversi campioni (4 campioni nell’arco di 3 settimane).
LA NOVITA’
Il Dr Pedersen ha testato un inibitore della replicazione dell’RNA virale, il GS-441524, che precedentemente aveva dimostrato una efficacia in vitro su culture cellulari infettate con il coronavirus della FIP (FIPV), quindi su gatti sperimentalmente infettati con FIPV ad ora su gatti naturalmente affetti da FIP.
In totale, 31 gatti con una diagnosi di FIP (in forma umida o secca) basata su diversi rilievi di laboratorio, ma non sempre con una diagnosi eziologica definitiva, sono stati trattati con il prodotto sperimentale anti-virale. Di questi, 5 sono stati soppressi nei primi giorni del protocollo a causa di un rapido deterioramento delle condizioni.
I restanti 26 gatti hanno mostrato un rapido miglioramento delle condizioni cliniche con la scomparsa dei principali segni e sintomi dell’infezione.
Di questi 26 gatti, 18 hanno completato il ciclo di trattamento, e non hanno mostrato segni di recidiva al momento della pubblicazione dello studio.
Gli altri 8 hanno avuto recidive, che sono state però controllate con un aumento del dosaggio del farmaco. Un gatto è quindi deceduto per cause non legate alla FIP (insufficienza cardiaca dovuta ad una cardiomiopatia ipertrofica) e uno a causa dello sviluppo di una FIP in forma neurologica, refrattaria al trattamento.
Lo studio ha ovviamente dei limiti (ridotto numero di gatti trattati; diagnosi virale/eziologica non sempre disponibile o identificata, ma basata in molti casi su un insieme di rilievi clinici e di laboratorio; durata del follow-up; ecc.), però rappresenta finalmente una concreta speranza per il trattamento di questa infezione, che miete ogni anno migliaia di vittime nella popolazione felina di tutto il mondo!
Per approfondimenti:
Il colpo di calore è un’emergenza acuta e potenzialmente letale caratterizzata da un aumento della temperatura corporea che esita in un danno diretto dei tessuti dell’organismo.
Il disordine si verifica con maggiore frequenza durante l’estate, in genere dopo un esercizio fisico o in seguito al confinamento in un’area chiusa con scarsa ventilazione, come l’interno di un’automobile.
Anche se la sua fisiopatologia è complessa, lo stato fisiologico viene scatenato da alterazioni delle normali funzioni di raffreddamento che esitano nell’ incapacità dell’organismo di dissipare adeguatamente il calore.
Il colpo di calore va preso in considerazione in tutti gli animali che presentano una temperatura corporea interna superiore a 41 °C e un’anamnesi compatibile con un’esposizione ambientale, dopo aver escluso le altre cause di ipertermia. Tuttavia, va evidenziato che alcuni soggetti possono presentare al momento dell’esame una temperatura normale o persino subnormale; ciò si verifica in particolare nelle razze brachicefale (in cui è sufficiente una temperatura inferiore per scatenare il colpo di calore), o se l’animale si trova in un avanzato stato di shock.
Il segno clinico più comune negli animali con colpo di calore è l’eccessivo aumento della frequenza respiratoria, la cavità orale e le mucose sono di solito appiccicose a causa della respirazione affannosa e dell’estrema disidratazione.
Le mucose possono apparire scure o molto cariche per la vasodilatazione sistemica.
I soggetti possono presentare incoordinazione, perdita di coscienza, cecità, crisi convulsive o persino coma.
Gli animali con edema cerebrale possono apparire inizialmente intontiti e progredire verso la comparsa di barcollamento involontario, tremori e ottundimento. Si può avere anche una diminuzione dei riflessi (ad es., pupilla, cornea). Le mucose o gli occhi possono evidenziare un ittero dovuto ad un’imponente distruzione dei globuli rossi o disfunzione epatica.
Negli stadi terminali del colpo di calore, è possibile osservare respirazione superficiale ed apnea da disfunzione neurologica.
Le mucose, i padiglioni auricolari e la vulva possono rivelare ecchimosi, che indicano la possibile presenza di alterazioni della coagulazione.
Di solito è presente un aumento della frequenza cardiaca con polso debole dovuto all’ estrema ipovolemia.
L’animale può presentare diarrea emorragica o feci molto scure e può essere presente un’urina scura, “color Coca Cola”.
I soggetti con colpo di calore, generalmente, si rifiutano di alzarsi o non ci riescono.
Esistono alcune patologie che impediscono un’appropriata dissipazione del calore, come la paralisi laringea o le affezioni delle vie aeree superiori, del sistema neurologico o di quello cardiovascolare.
All’ inspirazione si possono osservare forti rumori respiratori, che indicano difetti anatomici sottostanti o malattie delle prime vie aeree.
Lo scopo primario del trattamento degli animali con colpo di calore è diminuire rapidamente la temperatura corporea quanto basta per prevenire l’ulteriore danneggiamento dei tessuti e degli organi vitali, ma non così rapidamente da causare ipotermia ed indurre l’attivazione dei meccanismi di produzione del calore.
Inoltre, il rapido raffreddamento superficiale può determinare una vasocostrizione periferica, che inibisce i meccanismi di raffreddamento e determina la deviazione del sangue caldo verso gli organi interni.
Dopo il raffreddamento, si possono sviluppare delle sequele secondarie al colpo di calore che complicano lo stato dell’animale; è essenziale che quest’ultimo sia condotto immediatamente presso il Veterinario e monitorato.
Il colpo di calore è un’emergenza medica; quindi i proprietari devono avviare immediatamente il trattamento compiendo alcuni passi per raffreddare progressivamente l’animale per riportarlo alla normale temperatura corporea.
Il proprietario deve sottoporre l’animale ad una docciatura prima di trasportarlo dal Veterinario.
Uno studio ha dimostrato un tasso di mortalità del 49% per i soggetti che non sono stati raffreddati dai proprietari, contro il 19% di quelli che sono stati raffreddati prima di essere trasportati dal veterinario.
La chiave del successo del trattamento e della guarigione dal colpo di calore è la precocità del riconoscimento e della terapia.
I proprietari devono essere consapevoli dei potenziali sviluppi associati al danno permanente di reni, cuore e fegato. Le vittime del colpo di calore possono mostrare deficit neurologici residui e sono probabilmente predisposte a ripetute lesioni da cause termiche in futuro.
Al fine di prevenire il colpo di calore, è necessario comprendere i rischi del confinamento o dell’esercizio fisico in ambienti molto caldi.
Per evitare il colpo di calore da sforzo negli animali da lavoro, bisogna programmare gli allenamenti o le competizioni all’ aperto durante le ore più fresche della giornata, se possibile.
È stato dimostrato nell’ uomo che per un acclimatamento parziale ad un ambiente caldo sono necessari da 7 a 21 giorni. Sembra probabile che un analogo arco di tempo sia richiesto anche per i nostri amici animali; tuttavia, in alcuni casi l’acclimatamento completo può richiedere fino a due mesi. Il non corretto acclimatamento può essere la ragione per cui all’ inizio dell’estate viene segnalato un maggior numero di casi di colpo di calore.
Il colpo di calore può essere facilmente prevenuto se si adottano misure capaci di consentire un corretto acclimatamento, una ventilazione adeguata ed il libero accesso all’ ombra e ad acqua da bere fresca.
Per quanto riguarda l’ambiente in cui soggiorna l’animale, è necessario che sia mantenuto ad una temperatura più fresca possibile.
Come prima cosa è bene ventilare ambiente al mattino presto, quando l’aria esterna è ancora fresca, poi chiudere bene le finestre ed oscurare i vetri con l’avvolgibile o le persiane, se durante la giornata ci batte il sole.
Sarebbe bene lasciare a disposizione delle aree prive di tappeti con le superfici fresche come il marmo, mattonelle di ceramica o monocottura, lastre di metallo, che in caso di superfici di parquet possono essere posate sopra.
Riempire le bottiglie PET con acqua, oppure i blocchi per frigobox e congelarle nel freezer, poi infilarle in un calzino o avvolgerli in un panno di microfibra o spugna e distribuirli nell’ambiente posandoli sul pavimento.
Pochi animali si sdraiano attaccati alle bottiglie, ma il vero scopo è quello di rinfrescare l’aria circostante in quanto quando l’aria calda scioglie il ghiaccio si rinfresca ed, essendo l’aria fresca più pesante, si mantiene in basso facendo salire quella calda in alto.
Se l’ambiente è provvisto di un climatizzatore possiamo mantenere la temperatura ambientale mite, ma mai gelata che potrebbe procurare all’ animale problemi di salute specialmente in caso di bruschi sbalzi termici.
Anche il ventilatore va benissimo, ma deve essere usato solo quando l’animale è vigilato; sia nel caso del ventilatore che del climatizzatore è necessario assicurarsi che il getto d’aria non colpisca mai direttamente l’animale, ma venga direzionato in alto per rinfrescare o smuovere l’aria.
Come nell’ uomo, la prognosi del colpo di calore dipende dalla durata e dalla gravità dell’ipertermia, prima che sia instaurato il trattamento. Inoltre, è condizionata dalla presenza o assenza di eventuali malattie sottostanti.
Il rischio di sviluppo di complicazioni potenzialmente letali è notevole; quindi, nella maggior parte dei casi la prognosi è inizialmente riservata.
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Medici Veterinari Associati San Maurizio
Via Fabio Filzi 5 Cologno Monzese
P.IVA: 08597590960
Ecco gli orari della settimana di Ferragosto:
– Lunedì 14 Agosto dalle ore 10.00 alle ore 18.30
– Martedì 15 Agosto la Clinica resterà CHIUSA
– Mercoledì 16 Agosto dalle ore 10.00 alle ore 18.30
– Giovedì 17 Agosto dalle ore 10.00 alle ore 18.30
– Venerdì 18 Agosto dalle ore 10.00 alle ore 18.30
– Sabato 19 Agosto dalle ore 10.00 alle ore 18.30
Da lunedì 21 Agosto riprenderemo il solito orario 9.00 – 20.00.
Buone Vacanze a tutti!!