UNA SPERANZA PER LA FIP!
Un nuovo articolo, da poco pubblicato sulla rivista internazionale Journal of Feline Medine and Surgery, (Pedersen et al; JFMS 2019; Vol 21: 271-281), con la partecipazione del prof. Niels Pedersen, la più eminente autorità in fatto di FIP, riaccende le speranze per i gatti affetti da questa patologia.
COS’è LA FIP?
Fip è l’acronimo di peritonite infettiva felina, un’ infezione causata da un coronavirus felino (FCoV) molto comune negli ambienti ad elevata densità di gatti (allevamenti, gattili… ).
Non tutti i gatti infetti sviluppano la FIP, lo stress (adozione, castrazione, trasferimento, soggiorno in pensione) contribuisce in maniera importante a scatenare la malattia.
La FIP è particolarmente odiosa e drammatica in quanto è molto comune nei gattini con meno di un anno di età; i gattini di razza sembrerebbero essere maggiormente colpiti.
Il virus FCoV sopravvive per circa due mesi nell’ambiente secco, ma è rapidamente inattivato da detergenti e disinfettanti.
L’infezione avviene principalmente tramite materiale fecale, è molto rara la trasmissione del virus tramite saliva o durante la gravidanza.
I gatti iniziano ad eliminare il virus entro una settimana dall’infezione e continuano ad eliminarlo per settimane o mesi, a volte per tutta la vita.
La FIP è causata da varianti del FCoV (mutanti) che si riproducono rapidamente nei macrofagi e nei monociti (cellule del sistema immunitario); la carica virale e la risposta immunitaria del gatto determinano l’eventuale comparsa della FIP.
Segni clinici di FCoV vs FIP
La maggior parte dei gatti infettati da FCoV è asintomatica o presenta moderata sintomatologia gastroenterica.
In caso di mutazione, la FIP compare, invece, con febbre altalenante, anoressia, perdita di peso, depressione del sensorio.
La FIP può poi svilupparsi in due forme:
- FORMA ESSUDATIVA (FIP UMIDA): Con polisierosite (ascite, versamento toracico o pericardico) e vasculite.
- FORMA NON ESSUDATIVA (FIP SECCA): Caratterizzata da lesioni granulomatose in diversi organi (reni, intestino, linfonodi).
Altri segni clinici possono essere:
- Oculari: Uveite, precipitati cheratici nella camera anteriore dell’occhio, manicotti periva scolari retinici e corioretinite piogranulomatosa.
- Neurologici: Atassia, nistagmo, convulsioni, alterazioni comportamentali, deficit dei nervi cranici.
Versamento addominale in FIP “umida”
Uveite in FIP “secca”
Diagnosi
AD OGGI NON SONO DISPONIBILI TEST DI CONFERMA NON INVASIVI PER LA FIP SECCA.
I reperti di laboratorio, da correlare con la sintomatologia clinica, comprendono linfopenia, anemia non rigenerativa, aumento delle proteine totali del siero, iperglobulinemia al tracciato elettroforetico, riduzione del rapporto albumina/globuline, aumento dei titoli anticorpali anti-FCoV.
Non è più disponibile l’analisi dell’ α-1 glicoproteina acida.
Da solo, un elevato titolo anticorpale anti-FCoV NON HA VALORE DIAGNOSTICO!
Il versamento indicativo di FIP “umida” mostra positività al test di Rivalta, elevato livello di proteine, ridotto rapporto albumina/globuline, presenza di neutrofili e macrofagi e positività al test FIP Virus RT-PCR (solo presso laboratori specializzati).
I test RT-PCR per il FCoV su campioni di sangue non sono utilizzabili per la diagnosi, perché non è possibile distinguere i virus mutanti che inducono la FIP dai “normali” FCoV.
Infine la presenza di cellule positive per gli antigeni del FCoV (immunofluorescenza, immunoistochimica su campioni bioptici provenienti da piogranulomi o sedimento cellulare del liquido ascitico) identificate presso laboratori specialistici conferma la FIP.
Gestione della malattia
Ad oggi la FIP ha una prognosi infausta, il trattamento di supporto ha l’obiettivo di inibire la risposta immunitaria nociva in genere con corticosteroidi.
Negli ambienti domestici in cui è deceduto un gatto con FIP, è consigliabile attendere due mesi prima di introdurre un altro gatto. Gli altri gatti dello stesso ambiente sono probabilmente portatori del FCoV.
La FIP è un problema nei gatti che vivono in gruppo (allevamenti e gattili) e viene raramente osservata nei gatti che vivono sia in casa che all’aperto.
È possibile ridurre il rischio di contaminazione mediante un’igiene rigorosa e tenendo i gatti in gruppi piccoli e ben adattati, con lettiere in numero sufficiente e frequentemente pulite o ancora con accesso all’aperto.
I gatti che eliminano il FCoV possono essere identificati mediante lo screening con test RT-PCR quantitativo delle feci, sebbene siano necessari diversi campioni (4 campioni nell’arco di 3 settimane).
LA NOVITA’
Il Dr Pedersen ha testato un inibitore della replicazione dell’RNA virale, il GS-441524, che precedentemente aveva dimostrato una efficacia in vitro su culture cellulari infettate con il coronavirus della FIP (FIPV), quindi su gatti sperimentalmente infettati con FIPV ad ora su gatti naturalmente affetti da FIP.
In totale, 31 gatti con una diagnosi di FIP (in forma umida o secca) basata su diversi rilievi di laboratorio, ma non sempre con una diagnosi eziologica definitiva, sono stati trattati con il prodotto sperimentale anti-virale. Di questi, 5 sono stati soppressi nei primi giorni del protocollo a causa di un rapido deterioramento delle condizioni.
I restanti 26 gatti hanno mostrato un rapido miglioramento delle condizioni cliniche con la scomparsa dei principali segni e sintomi dell’infezione.
Di questi 26 gatti, 18 hanno completato il ciclo di trattamento, e non hanno mostrato segni di recidiva al momento della pubblicazione dello studio.
Gli altri 8 hanno avuto recidive, che sono state però controllate con un aumento del dosaggio del farmaco. Un gatto è quindi deceduto per cause non legate alla FIP (insufficienza cardiaca dovuta ad una cardiomiopatia ipertrofica) e uno a causa dello sviluppo di una FIP in forma neurologica, refrattaria al trattamento.
Lo studio ha ovviamente dei limiti (ridotto numero di gatti trattati; diagnosi virale/eziologica non sempre disponibile o identificata, ma basata in molti casi su un insieme di rilievi clinici e di laboratorio; durata del follow-up; ecc.), però rappresenta finalmente una concreta speranza per il trattamento di questa infezione, che miete ogni anno migliaia di vittime nella popolazione felina di tutto il mondo!
Per approfondimenti: